Edizione 2020

Premio Nazionale Letterario e di cultura Franciacorta: la cerimonia al Castello di Bornato. Presente il vincitore Angelo Gaccione, intervistato dalla madrina Pia Donata Berlucchi.La prima edizione del concorso è stata fortemente voluta dall’associazione “In Vino Veritas”, che ha proposto questa novità ai propri sostenitori al fine di valorizzare il territorio non solo con un'iniziativa legata ai prodotti locali, ma anche alla cultura.



Premio dedicato a Franco Ziliani, inventore del Franciacorta

Premio Nazionale Letterario e di Cultura Franciacorta dedicato a Franco Ziliani Franco Ziliani non è solo un grande enologo, ma un imprenditore visionario. I suoi meriti sono stati intuire che la Franciacorta avesse terreno e clima ideali per produrre un buon metodo classico e inoltre scegliere per il suo vino il nome “Pinot di Franciacorta”, con un’intuizione che si dimostrerà vincente: infatti nel 1961 per la prima volta appare su un’etichetta vinicola “Franciacorta”, il nome geografico della zona, modificando completamente la sorte della regione e aprendo la strada al successo di numerose cantine vitivinicole oggi riconosciute in tutto il mondo.
 
  “Il maggiordomo mi scortò nel salotto di Palazzo Lana Berlucchi. Le note di “Georgia on my mind” vibravano nell’aria: Guido Berlucchi era al pianoforte. Rimasi incantato dall’eleganza della figura, dalla maestria con cui le mani accarezzavano i tasti. Volsi lo sguardo ai muri secolari, tutto emanava raffinatezza non ostentata. Il conte richiuse il piano, mi salutò con calore e iniziò a interrogare me, giovane enologo, sugli accorgimenti per migliorare quel suo vino bianco poco stabile. Risposi senza esitazione alle sue domande, e nel salutarlo osai: “E se facessimo anche uno spumante alla maniera dei francesi?”. Franco Ziliani, Presidente della Guido Berlucchi

Angelo Gaccione

Angelo Gaccione è nato a Cosenza. Narratore e drammaturgo ha pubblicato numerosi libri di saggi, racconti, aforismi e testi teatrali.
L'incendio di Roccabruna
"Ambientati in un vero paese calabrese, ma dal nome inventato di Roccabruna, questi racconti però, di fatti atroci e truci (storie di briganti, di vendette, di soprusi, di follie, di ignoranza, di abusi e misfatti del potere, di fanatismi religiosi...), sembrano, per la loro "estremità", per il loro affollamento o concentrazione di male, rovesciarsi da una verisimiglianza a una inverisimiglianza, dalla realtà alla irrealtà, dalla storia alla favola". Dalla prefazione di Vincenzo Consolo.